Che cosa non si fa per l'immagine. In un tempo in cui conta più la forma che la sostanza e dove non è più il mezzo ad essere il messaggio, "DolceRoma" è lo specchio fedele di una società decadente che non vuole mostrarsi come tale. Il nuovo film diretto dal registra Fabio Resinaro e interpretato dal grande Luca Barbareschi e dalle bella Claudia Gerini è la risposta alla "grande bellezza" del cinema, in una commedia che racconta cosa si cela dietro la produzione di un film e cosa si è disposti a fare pur di non incorrere in un fallimento se le cose non vanno come previsto. La nuova pellicola, tratta dal romanzo di Pino Corrias "Dormiremo da vecchi", sarà al cinema dal prossimo 4 aprile e solleticherà la curiosità del telespettatore già delle prime scene.
In un'atmosfera che unisce magistralmente il noir al grottesco, in un thriller sul cinema e dentro il cinema dai toni barocchi e con al centro una dolce vita romana molto cafonal e corrotta, c'è un aspirante scrittore che incarna in tutto e per tutto i giovani di oggi. Ragazzi che hanno studiato e che sognano di raggiungere il successo, ma che si devono accontentare di un lavoro umile mentre seguono un cammino alla ricerca delle opportunità. Andrea Serrano, interpretato da Lorenzo Richelmy, ha trovato un impiego all'obitorio e tra una salma e l'altra spera che qualcuno veda le giuste potenzialità nel suo libro "Non finisce qui". Sogna il successo e, improvvisamente, l'occasione per cambiare la sua vita arriva. La sua occasione si chiama Oscar Martello, il grande produttore cinematografico interpretato da Luca Barbareschi, in un ruolo che coincide con la sua professione nella realtà, visto che l'attore ha concentrato l'amore per il cinema acquisendo lo storico teatro romano Eliseo e ha dato vita alla società Casanova Multimedia, con le quali ha prodotto film di successo, anche per la Rai, e sta collaborando con registi di Hollywood. E pure "DolceRoma" è una produzione Casanova Multimedia con Rai Cinema, così come per l'ultimo successo del grande schermo, "Modalità Aereo", diretto da Fausto Brizzi. Insomma, Barbareschi veste panni che gli sono congeniali ma ha la grande capacità di portare all'estremo i vizi e le virtù della produzione cinematografica, spingendosi con cinismo e dovizia in territori inesplorati che vedranno avvicendarsi inganni, abusi di potere, scambi sessuali, strisce di coca e piani diabolici che porteranno all'intervento della criminalità organizzata e sfoceranno addirittura in un sequestro di persona e in un omicidio. In un delitto senza castigo, nel nome di un successo da perseguire a tutti i costi. Insomma Martello-Barbareschi vuole fare del libro dello scrittore "sfigato" un film. La produzione ha inizio ma i soldi per produrre la pellicola sono scarsi e anche il regista, interpretato da Luca Vecchi, è incompetente. Una ricetta esplosiva che porta a esplodere in primis la protagonista del film, Jacaranda Ponti (Valentina Bellè) la classica diva capricciosa con la psicopatologia del fallimento il cui unico merito è essere l'amante di Martello. L'attrice, preoccupata che il film possa crearle un danno di immagine e rovinarle la carriera, fa distruggere alla sua agente tutti gli hard disk con il montato del film. A quel punto la situazione precipita vorticosamente, in un disastro in cui Oscar Martello deve trovare una soluzione per mettere a freno le preoccupazioni della moglie facoltosa, Claudia Gerini, stanca di coprire i debiti del marito, ed evitare il fallimento. Barbareschi, insieme con lo scrittore sempre più aspirante, allora escogita il piano diabolico: il rapimento da parte della criminalità organizzata della protagonista del film. Di fronte al fatto criminoso non conta più se la pellicola sia un capolavoro o un flop, diventerà comunque un cult ancor prima di finire nelle sale cinematografiche. Perché a incoronare il film nell'olimpo del cinema italiano non sarà la professionalità della produzione o la trama, ma i media che, scatenati, si lanceranno nella cronaca della scomparsa di Jacaranda, seguendo le indagini del detective interpretato da Francesco Montanari.
«Finalmente ho potuto dire tutto quello che penso sul cinema, sulla vita e sul mondo di merda in cui viviamo», ha spiegato Barbareschi all'incontro con la stampa. «Vi chiedete se mi identifico in Martello? Certo, lui è un Barbareschi all'ennesima potenza», ha aggiunto.«Dentro questo personaggio ci sono un po' tutti: Aurelio De Laurentiis, Pietro Valsecchi, mio padre, mia madre, tutti. Ho fatto anche di peggio nella realtà», ha confessato, «una volta ho inseguito e sfondato la porta a un produttore che non voleva distribuire il mio film». Ma, a parte le disavventure che ogni tanto capitano a chi ha il coraggio di fare e non vive alle spalle degli altri, l'attuale vita professionale di Barbareschi è ricca di soddisfazioni. Ha concluso l'attore: «Ho prodotto il film su Mia Martini, "Modalità aereo", "Thanks for Vaselina" con Zingaretti in versione trans e produrrò il "J'accuse" di Roman Polansky». Intanto c'è "DolceRoma", nelle sale dal prossimo 4 aprile.
di Rita Cavallaro
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