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"Boeri vuole più migranti, vive su Marte?", è polemica tra Salvini e il presidente dell’Inps


Per comprendere meglio la natura della polemica che si è accesa ieri tra il ministro degli Interni Matteo Salvini e il presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza, Tito Boeri, bisogna fare un piccolo passo indietro. È il 29 giugno quando Boeri, presente al Festival del lavoro di Milano, manda la prima stoccata, senza nomi o riferimenti, ma che fa pienamente centro. Secondo un suo vecchio pallino, ribadito però in un momento delicato della questione migratoria, con tutto ciò che ne consegue nei precari equilibri sia interni che nei confronti dell'Europa, Boeri ha candidamente affermato che i nostri giovani lavoratori, troppo pochi, non contribuiscono in maniera sufficiente per pagare le pensioni dei nostri "anziani", troppo numerosi, e il sistema rischia di saltare. Per questo i lavoratori migranti regolari diventano una parte fondamentale del sistema contributivo italiano, andando ad occupare quei vuoti nell'impiego che tengono a galla il Paese. Tutto giusto, almeno sulla carta, se non fosse che la medaglia, se ribaltata, rivela una realtà diversa e per certi versi contraddittoria, visto che il numero dei regolari diviene misero se confrontato con quelli che, sempre stando alle carte, qui nemmeno dovrebbero esserci e invece, nella migliore delle ipotesi, girovagano senza scopo cercando il modo di raggiungere lidi più prosperi del Nord Europa o, nella peggiore, finiscono nel giro dello sfruttamento con paghe, quando ci sono, da schiavitù, senza contribuire in modo alcuno a tutte le belle premesse fornite dall'Inps.


Non ci stupisce allora che già ieri, alle soglie del resoconto annuale in Parlamento dei lavori dell'Inps, durante la visita a una villa confiscata alla mafia, il capo del Viminale abbia affidato a una diretta Facebook un messaggio che sapeva tanto di avviso di sfratto al numero uno della Previdenza Sociale: "L'immigrazione positiva, pulita, che porta idee, energie e rispetto è la benvenuta. Il mio problema sono i delinquenti, come quello che ha ammazzato un italiano di 77 anni a Sessa Aurunca, preso a pugni da una di queste "risorse" che ci dovrebbero pagare le pensioni. Perchè c'è ancora qualche fenomeno, penso anche al presidente dell'Inps, che dice che senza immigrati è un disastro. Ma ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici".

Lo stile della risposta è il solito, non fosse che ultimamente alle minacce il leghista ha fatto conseguire anche le azioni.


Polemica congelata, ma tutt'altro che esaurita. Al termine della relazione sui lavori dell'Inps, in cui Boeri ha accolto con parere negativo il recentissimo decreto "Dignità", attaccando fra le altre anche l'iniziativa del nuovo governo di voler "smontare" la Fornero e ha ribadito l'importanza del lavoro dei migranti nel sistema pensionistico, il capo del Carroccio non ha atteso per far sentire la sua di voce, in difesa del provvedimento e della politica che sta adottando sui respingimenti : "Servono più immigrati per pagare pensioni... cancellare L. Fornero costa troppo... servono più immigrati per fare lavori che gli italiani non vogliono più fare... Presidente Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare di tantissimi italiani. Vive su Marte?" il tweet con cui Salvini ha attaccato apertamente il presidente dell'Inps. Botta e risposta che non si è esaurito qui e Boeri ha ribadito che "i dati sono la risposta migliore e non c'è modo di intimidirli. La mia risposta è nei dati e i dati parlano. Oggi presentiamo quella che è la verità che bisogna dire in Italia". Uno a uno e palla al centro. Si prospetta un anno turbolento per Boeri, il cui mandato scade a fine 2019 e le premesse sono tutto fuorché rassicuranti, con la scure della polemica sulla testa e una ripresa in termini di lavoro stabile che stenta a decollare.

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