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Censimento rom e accuse di razzismo, Salvini: "Io non mollo e vado dritto!"


Dalle parole ai fatti. All'indomani della dichiarazione di un censimento in vista per le popolazioni rom in Italia, oggetto di un infuocato dibattito, il Ministro dell'Interno Matteo Salvini è tornato sulla questione mettendo in chiaro che l'operato del Viminale e quindi del governo è rimesso alla volontà dei cittadini: "Censimento dei rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto! Prima gli italiani e la loro sicurezza". Il messaggio riservato a Twitter con cui il leader leghista sembrava porre fine alla polemica scoppiata ieri. Ma avendoci ormai abituato a una linea di intrasigenza, in rottura coi metodi morbidi di chi promette ma non ha la forza di imporre le proprie scelte, Salvini è tornato presto alla carica, affidando questa volta a Facebook un post corredato da un video in cui si vedono le ruspe che radono al suolo una casa abusiva in un campo sinti non autorizzato a Carmagnola, nei pressi di Torino, per volere del sindaco leghista Ivana Gaveglio.


Mossa elettorale? Qualche malalingua vede della strategia nell'operato del capo del Carroccio, in grado di oscurare le uscite pubbliche del presidente Conte con mirate sparate che hanno totalizzato su di lui l'attenzione. E anche i sondaggi sembrano confermare l'andazzo a tinta verde di queste prime settimane di governo, col partito a guida Salvini che avrebbe "soffiato" ai colleghi-alleati grillini circa 2 punti percentuali in una sola settimana e sarebbe passato in vantaggio nell'indice di gradimento dei cittadini.


Se intanto dal fronte nazionale delle opposizioni gli appellativi, da fascista a rastrellatore, piovono anche con il sole, con Laura Boldrini in prima fila che parla di "disumanità al potere" e lo accusa di "stimolare i peggiori istinti del Paese per sviare l'opinione pubblica dai veri problemi ai quali non sa dare risposta", il capo del Viminale accoglie anche qualche plauso da alleati e vecchi amici. Parla di "modi forti di dire le cose" il Ministro della Salute Giulia Grillo, che lo difende, così come a schierarsi con lui è l'ex governatore della Lombardia Maroni che precisa: "Ho già seguito questa strada, ma sui campi nomadi, per garantire la sicurezza di chi vive in questi luoghi". Sostegno anche dall'attuale governatore lombardo e dal collega piemontese, che ritengono legittimo sapere chi vive sul suolo italiano.

C'è poi Speranza, leader di LeU, la cui vena arrivista è sempre l'ultima a morire, che arriva addirittura alla denuncia nei confronti di Salvini per istigazione all'odio razziale.


Ma è dall'Europa che si fanno sentire, a conferma che è meglio svegliare il can che dorme se tanto quello si limita ad abbaiare. E allora anche Alexander Winterstein, delegato della Commissione Ue, ci ricorda come sia "illecito espellere un cittadino europeo su base etnica", mentre da Parigi il commissario Moscovici si morde la lingua, limitandosi a ribadire che la Commissione eserciterà le proprie funzioni anche nell'ambito dello stato di diritto, riaffermando che ci sono regole comuni che vanno rispettate. Un ammonimento che di certo non scoraggerà il Ministro degli Interni italiano dal portare avanti le promesse elettorali.

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