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"Chiudere le cartelle sotto i 100mila euro" Salvini lancia la proposta, ma Tria predica cautela


Mentre ancora imperversa la polemica sul censimento ai rom, Matteo Salvini non perde tempo e lancia una nuova proposta in campo fiscale, destinata anche questa a far discutere. "Chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse". È questa l'ultima idea del vicepremier nell'ottica della pace fiscale insita nel programma di governo "pentaleghista", lanciata dal palco autorità della manifestazione, tenutasi questa mattina a Roma, per i 244 anni dalla nascita della Guardia di Finanza. E allora, mentre il neo ministro dell'Economia Giovanni Tria si rivolgeva alla platea nel suo discorso di elogio del Corpo dei finanzieri, il capo del Viminale, asserragliato da cronisti e telecamere, spiazzava nuovamente tutti, alleati e non, paventando un provvedimento che di certo riconcilierebbe, e di molto, i cittadini con la macchina del Fisco. Prima di congedarsi, anche Salvini ha voluto rendere omaggio alla Guardia di Finanza, ricordando che sono circa "dodicimila gli evasori totali sconosciuti al Fisco e grandi evasori che hanno rubato una media di due milioni di euro a testa: onore alla Guardia di Finanza che li ha scovati", aggiungendo che "ora tocca al governo ridurre le tasse e semplificare il sistema fiscale".


Incalzato dalle domande, il leader leghista ha parlato nuovamente, dopo averlo fatto l'ultima volta sul palco dell'assemblea di Confesercenti, di flat tax, ribadendo l'assoluta intenzione dell'esecutivo di attuarla nei tempi previsti e rispettando le normative vigenti in fatto di coperture, così come annunciato in sede parlamentare dallo stesso Ministro Tria, che parlava di possibilità di attuare la riforma in deficit o trovando specifici finanziamenti.


All'entusiasmo di Salvini corrisponde però la prudenza dell'inquilino di via XX Settembre che, al termine della cerimonia a cui ha partecipato a fianco del vicepremier, ha voluto precisare sull'uscita del collega, ridimensionando di fatto la portata del messaggio: "Le sfide condizionate dalla particolare situazione economica dovranno essere affrontate nel segno della continuità con le politiche adottate nel passato per gestire al meglio il presente, per verificare l’aderenza delle strategie intraprese rispetto al contesto economico e giuridico fortemente e contraddittoriamente in continua evoluzione, nonché per pianificare con lungimiranza il futuro". Se non una frenata, quanto meno un evidente rallentamento per non creare aspettative inattuabili.


Così, mentre i due ministri, con modalità diverse ma conciliabili, esponevano la linea sul tema fiscale, uno dei principali banchi di prova dell'esecutivo, a pochi passi, in vesti di spettatore altamente interessato, sedeva il primo ministro Giuseppe Conte, a cui spetta il ruolo più delicato nell'articolata vicenda governativa: un'azione di continua sintesi e mediazione tra le parti, che mira a insistere sui temi comuni alle due forze in carica, limando e rendendo inoffensive le differenze di vedute.


Alessandro Leproux

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