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Comunali, Rizzo: «Andiamo da soli, la sinistra vicina al potere rischia di perdere anche Ravenna»



Marco Rizzo, leader del “Partito Comunista”, in un’intervista esclusiva rilasciata a Spraynews, fa il punto sulle prossime amministrative, dove la forza politica da lui guidata correrà da sola in tutte le città in cui si presenterà, non provando nemmeno a instaurare un dialogo né con il centrosinistra, né con il centrodestra, né con i 5 Stelle che definisce «tutti facce della stessa medaglia».


Rizzo, si avvicinano le amministrative. L’improvvisa scomparsa di Puoti a Roma ha scosso un intero partito. Chi sarà adesso il vostro candidato nella capitale?


«Da questa sera cominceremo a riflettere. Ci sarà una riunione della segreteria di Roma e del Lazio con il sottoscritto per discutere il da farsi. La lista sicuramente ci sarà e nei prossimi giorni le nostre riflessioni produrranno un nuovo candidato che seguirà il solco del programma che era già stato definito con la candidatura di Claudio Puoti».


Avete preso in considerazione l’ipotesi, per qualche momento, di andare insieme alla coalizione di centrosinistra?


«No, nella maniera più assoluta perché consideriamo le politiche locali e nazionali del centrodestra e del centrosinistra due facce della stessa medaglia, ovvero quella del liberismo assoggettato alla finanza e alle multinazionali. Sono entrambe il nostro avversario totale».





Il centrosinistra capitolino, intanto, è diviso tra Calenda, Gualtieri e il sindaco uscente Raggi. Al secondo turno è pronto a sostenere uno tra loro?


«Al secondo turno ci sarà il candidato comunista».


Non teme che le divisioni, almeno a Roma, possano far vincere una coalizione di centrodestra compatta su Michetti?


«Dal punto di vista dei cittadini e del popolo è indifferente perché centrodestra e centrosinistra, sia a livello nazionale che locale, hanno delle politiche neoliberiste, totalmente scollegate da quella che è la realtà. E’ una politica di finzione. Fanno finta di litigare, ma alla fine sul modello si ritrovano. Non rappresentano alcuna novità».


A Milano, invece, è scontata la riconferma di Sala?


«Non lo so, vedremo. Certamente Milano è una città che ha patito fortemente la crisi economica della pandemia e quindi non è detto che tutte le caselle vadano dove si pensa che arrivino. Ottobre sarà l’inizio della crisi economica e sociale. E’ un mese purtroppo importante e molte cose si cominceranno già a vedere».


Altro caso dove la coalizione progressista avverte più di qualche semplice problema è Ravenna. Perché anche qui avete scelto di correre da soli?


«Per gli stessi motivi per cui lo abbiamo fatto in tutte le città in cui ci presentiamo. Consideriamo il centrosinistra, il centrodestra e lo stesso Movimento 5 Stelle delle finte alternative. Più litigano e più sono uguali. A Ravenna puntiamo su una lista di lavoratori. Esprimeremo un candidato molto giovane, anche per dare l’idea del protagonismo delle nuove generazioni che deve essere al centro dell’attenzione».


La storica roccaforte della sinistra se non si presta attenzione può realmente cadere nelle mani della destra?


«E’ già successo in questi anni tante volte, pensiamo a Bologna con Guazzaloca agli inizi del 2000. Non è che sia una novità. I lavoratori e le periferie si sono sentiti traditi da una sinistra che ha strizzato l’occhio ai grandi poteri e alle banche. La soluzione di votare centrodestra, però, non ha prodotto alcun risultato perché sono appunto espressioni consimili di una stessa visione di società. Per questo motivo, noi presentiamo delle liste totalmente alternative e dei candidati a sindaco che sanno cosa vogliono, ovvero rompere questa gabbia di finta conflittualità, legata solo all’ipocrisia della politica».


Di Edoardo Sirignano

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