Del Regista Marco Carniti
Presentazione di Cristian Arni
Raccontare l'atmosfera del Silvano Toti Globe Theater a Villa Borghese a chi ancora non c'è stato, sarebbe sminuirne la portata, che dire...unica! Se poi, unitamente a questo, la stagione in corso proroga fino alla prima decade di Ottobre, allora l'atmosfera è ancora si fa ancora più elettrizzante. In questa anomala estate, segnata dal 'nemico invisibile', sua 'Maestà' Covid-19, ci sentiamo ancora più commossi all'idea di poter assistere a spettacoli dal vivo, con tutte le cautele del caso, beninteso! Commossi e connessi, eh si! Perchè siamo arcanamente in una posizione, in una situazione simile a quella ai tempi del Bardo, quando i teatri inglesi restarono chiusi a causa della peste che si abbattè impietosamente in giro per l'Europa del tempo. Da lì in poi, la riapertura dei teatri segnerà una nuova stagione, il rifiorire della scena inglese a cavallo tra il regno di Elisabetta I e quello di Giacomo I, meglio noto come teatro elisabettiano, caratterizzato da un rinascimento scenico unico al mondo, un'agé de l'or dove il meglio della produzione drammaturgica del periodo irruppe sulla scena inglese. E, se ci pensiamo un po', ci sono diverse connessioni tra quel periodo e il nostro, ovviamente facendo gli opportuni distinguo, ma non possiamo far finta di nulla. Ben lo sa il regista dello spettacolo Lucrezia, Marco Carniti, che mette in scena uno spettacolo corale al femminile, uno spettacolo con temi senza tempo, per questo sempre attuali; ieri come oggi era una crisi sanitaria, ieri come oggi il lockdown. ieri come oggi i luogo deputato il Globe Theater e ieri come oggi, purtroppo, la violenza maschile sulle donne. Questo il tema dell'ultimo spettacolo ideato e diretto dal regista che porta in scena, numero simbolico il sette, sette attrici di diversa nazionalità e provenienza geografica, per un dittico tratto dai poemi di W.Shakespeare: "Lucrezia" e "Venere e Adone". Un 'flashmob', lo chiama il regista, che parte dal foyer nel giardino del teatro, dove le protagoniste parleranno in prima persona, narrandosi. Dentro la Storia ci passano i troppi fatti di cronaca dei nostri giorni, che vorremmo tanto non si ripetessero più.
LO STUPRO DI LUCREZIA di William Shakespeare GLOBE THEATRE ROMA 29-30 Settembre e 1 Ottobre h 21 www.globetheatreroma.com
LO STUPRO DI LUCREZIA 1594-2020
di William Shakespeare
Progetto adattamento e traduzione di Marco Carniti
Musiche di Germano Mazzocchetti
Si ringrazia per la collaborazione di Susanna Proietti e Fabiana Di Marco per costumi e scena
LO STUPRO DI LUCREZIA di William Shakespeare
E' uno studio per attori sul poema di LUCREZIA di William Shakespeare. Scritto in un periodo buio di lockdown simile al nostro, nasce dal desiderio di denunciare il tema della violenza maschilista contro le donne, il tradimento dell’amicizia, indagando sulla valenza politica di un suicidio che ha cambiato la Storia di Roma segnando la fine del dominio dell' aristocrazia e la fondazione della Repubblica. Il Senato. Una svolta storica. Un suicidio politico per la Patria.
Il regista Marco Carniti con le attrici sul palco del Globe Theater a Roma
LUCREZIA diventa materia di studio per una partitura di voci femminili. Un coro di sette attrici multietniche (Italia-Irlanda-Islanda-Giappone-Sud Africa) che unite in un’unica voce formano un tribunale del Mondo che analizza il gesto politico di Lucrezia alla luce dei nostri giorni.
Creando un’ istallazione che inizia nel foyer-giardino del Globe dove racconteranno alcune storie di violenza accadute ai nostri giorni. Un flashmob dove le attrici si espongono anche in prima persona raccontando alcune esperienze personali.
Londra è devastata dalla peste e il Globe Theatre chiude due anni per emergenza virus. La città è nella paura. E Shakespeare scrive il poemi “Lucrezia“ “e “Venere e Adone” come gesto di rottura con la convenzione. Portando in scena la sessualità.
La vita e la morte della sessualità femminile. Una proposta totalmente nuova. Come una rivoluzione, un coro di protagoniste della Storia che, ora carnefici, ora vittime ci conducono nell’ essere profondo dell’uomo. Perché nessuno come Shakespeare sa raccontarci l’uomo, la donna e L’essere che li unisce.
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