Se il leader della Lega Matteo Salvini propone di chiudere le cartelle Equitalia sotto i 100 mila euro, il leader pentastellato Luigi Di Maio propone la riorganizzazione del lavoro festivo. La richiesta è arrivata da un gruppo di lavoratori che attendevano l'uscita del ministro dello Sviluppo economico davanti alla sede del ministero. Ai lavoratori il ministro ha riposto: "si può discutere", ma ha poi precisato di “aver preso il treno in corsa, ci sono tanti problemi, di chi lavora ma anche dei datori di lavoro”.
Per la legge italiana il riposo settimanale è obbligatorio, ma non necessariamente la domenica. Fu il governo Monti, nel lontano 2012, con la liberalizzazione del settore commerciale, ad eliminare le restrizioni sull’apertura domenicale e festiva dei negozi, incrementando così il lavoro domenicale. Ma il lavoratore non si può rifiutare di lavorare nei giorni festivi, se richiesto dal datore, purché gli sia comunicato per tempo il suo giorno settimanale di riposo.
Le reazioni
"È giusto rivedere le norme sulla liberalizzazione selvaggia del commercio. È una battaglia che la Cisl conduce per tutelare la dignità del lavoro. Bisogna lasciare alla contrattazione tra sindacati, imprese e enti locali la regolazione di questa materia. Non esiste un diritto allo shopping. Va salvaguardata la volontarietà del lavoro domenicale e festivo", afferma su Twitter la segretaria generale della CISL Annamaria Furlan.
C'è un altro fronte che in questi giorni sta animando il dibattito politico, la questione migranti. Questa sera si è tenuto a Palazzo Chigi un vertice proprio su questo delicato e spinoso argomento, tra il premier Conte e i suoi due vice Salvini e Di Maio in vista del prevertice di otto capi di Stato e di governo, tra cui Germania, Francia e Italia, che si terrà domenica a Bruxelles, per poi partecipare al Consiglio europeo del 28 giugno.
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