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Dopo l'approvazione della Manovra attesa per il discorso di Mattarella



Europa (da difendere dai sovranismi), lavoro e diritti (da implementare), prerogative del Parlamento (da tutelare), ma anche autonomia delle Regioni, impegno per la legalità. E, ovviamente, un giudizio complessivo sulla manovra economica che il Colle ha ricevuto ieri per la firma finale e che una volta firmata, oggi sarà pubblicata in Gazzetta ufficiale. Il discorso di fine anno del Capo dello Stato è molto atteso da tutti. I gialloverdi temono rimbrotti e critiche sul ‘come’ hanno gestito, in Parlamento, le modalità di approvazione della Legge di Stabilità. Le opposizioni sperano in un “un severo monito” del Colle.

Certo è che la manovra dal Colle verrà firmata sia perché non farlo, e quindi far entrare il Paese in un pericolosissimo esercizio provvisorio, è una idea impensabile, agli occhi del Quirinale, sia perché è stato proprio Mattarella, ‘triangolando’ con la Ue (e la Bce), a spingere il governo e, in particolare, il premier Conte a ripensare l’intera manovra evitando, in extremis, lo scontro mortale con l’Europa.


Non firmare la manovra equivarrebbe a… smentire sé stesso. E pure mettere la firma in calce alla manovra, ma corredata da una ‘lettera di accompagnamento’ con critiche puntuali a come il governo ha gestito la partita, è ormai escluso. Per il Colle è arrivata l’ora di entrare nel 2019 senza altre scosse. Ma il clima che si respira al Quirinale mentre Mattarella prepara e lima, insieme ai suoi più stretti collaboratori, il tradizionale messaggio di fine anno, è più arduo del solito. Di ‘tradizionale’ ci sarà solo la diretta televisiva della Rai. Sarà, ovviamente, il lavoro uno dei temi che Mattarella toccherà con più forza e serietà, data la difficile situazione occupazionale del Paese, ma anche il rispetto di tutti i diritti (e qui fischieranno le orecchie a Salvini come fischieranno, sul lavoro, a Di Maio). Un punto inedito che verrà toccato nel discorso sarà la difesa dell’integrità nazionale del Paese che autonomie regionali troppo ‘spinte’ possono compromettere: il Presidente ricorderà che l’Italia è “una e indivisibile” e che “eguali diritti vanno garantiti a tutti”.


Poi la battaglia per la legalità e contro le mafie, il rispetto della libertà di informazione e del pluralismo, che i tagli voluti dai 5Stelle al settore mettono a serio rischio, e, ovviamente, la difesa dell’Unione europea e dei suoi valori. Ma il tema più ‘caldo’, date le polemiche politiche occorse in aula proprio durante il voto sulla manovra economica, sarà il rispetto dei rapporti tra poteri dello Stato così come sono stati disegnati dalla Costituzione. Un ‘equilibrio di poteri’ che non può comprimere l’autonomia delle Camere, come invece ha fatto il governo durante la sessione di bilancio. Su questo, delicatissimo, punto, il Capo dello Stato, però, potrebbe sorvolare, o solo accennarlo, per poi tornarci su in un discorso, o in un messaggio ad hoc, ad inizio del 2019, ma certo è che le presunte violazioni delle prerogative delle Camere, consustanziali alle radici del diritto parlamentare, non sono passate inosservate e preoccupano molto il Colle. Il quale ‘vigila’, come si sa, su tutto, Costituzione in mano.


di Ettore Maria Colombo

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