«Sono in corso da parte di questo governo le interlocuzioni necessarie per assicurare un futuro ad Alitalia, per tutelare al meglio le esigenze dei lavoratori e del Gruppo e mi spenderò in prima persona con tutti i player internazionali per trovare un futuro alla compagnia», ha assicurato il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio alla Camera nel corso dell'informativa urgente sullo stato dei tavoli di crisi aperti presso il Mise.
Alitalia torna prepotentemente nel dibattito politico italiano. La compagnia di bandiera, nata come società statale, venne privatizzata nel 2009 e acquistata da Cai, una cordata di imprenditori italiani, e da Air France, che avevano rispettivamente una quota del 75 e 25 per cento. Ma negli ultimi anni la gestione dell'Alitalia non è stata molto virtuosa. Nel 2014 dopo la mancata ricapitalizzazione da parte del gruppo francese, fu necessario l'intervento di Poste italiane che acquistò il 15 per cento delle azioni della compagnia. Purtroppo questo non è bastato a sanare i conti, così da maggio 2017 l'ex compagnia di bandiera è in amministrazione straordinaria. Un'azienda che ormai sembrava destinata a scomparire, ma che il nuovo governo pentastellato tenta di riportare in vita, pensando di investire altre risorse attraverso i soldi dei contribuenti italiani che hanno già pagato caro per gli sprechi della compagnia di bandiera.
Parole ancora più entusiasmanti sono stata pronunciate dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che entra ancora di più nel dettaglio: «Torneremo a farla diventare compagnia di bandiera con il 51 per cento in capo all'Italia e con un partner che la faccia volare». Insomma, una notizia che fa ben sperare gli allegri impiegati sui velivoli.
Sul caso Alitalia, Di Maio ha spiegato che «stiamo analizzando tutte le informazioni economiche e finanziarie per individuare i responsabili della situazione attuale». Un punto quello dei «danni enormi» sottolineato anche dal ministro Toninelli nel corso di un'intervista a RaiNews24 quando ha ribadito che «l’italianità è un punto fondamentale nel futuro» di Alitalia.
Tornando all'argomento di discussione generale, i tavoli di crisi aperti presso il Mise sono, al giugno 2018 centoquarantaquattro e «vedono coinvolti centottantanovemila lavoratori, ovvero famiglie che vedono la loro serenità economica e il loro futuro a rischio».
Anche per questo motivo è stato varato dal governo il decreto dignità che colpisce con sanzioni le imprese che ottengono finanziamenti economici dallo Stato e poi spostano l’attività in un altro Paese. «Questi che prendono i soldi pubblici e poi se ne vanno non sono imprenditori, sono prenditori e come sistema paese non abbiamo alcun interesse nell'attirare questa gente in Italia», ha affermato Di Maio. Infine, il vicepremier ha precisato di aver «deciso di aprire la partecipazione ai tavoli di crisi a quattro parlamentari, due della maggioranza e due per l’opposizione per assicurare la vicinanza dei parlamentari del territorio alle imprese e ai lavoratori in momenti delicati come quelli dei tavoli di crisi». I problemi sono tanti, ma pian piano il governo sta cercando di affrontarli tutti con la speranza di incrementare e di incentivare il lavoro e lo sviluppo del nostro Paese.
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