Il 24 giugno 2018 sarà ricordata come una data storica. Ebbene si, perchè ha segnato la fine di un territorio che era sempre stato colorato di rosso, mentre da oggi si tinge di blu. Il principale sconfitto di questa tornata elettorale è senza dubbio Matteo Renzi, mentre il vincitore è sicuramente Matteo Salvini. Due Matteo, ma con storie e idee completamente diverse. Una sconfitta dal forte valore simbolico. Il Pd ha perso la sua storica roccaforte, la regione di Renzi, Boschi e Lotti, il giglio magico che per circa due anni ha governato l'Italia proprio dalla Toscana.
A Siena il centrodestra ha sempre perso le elezioni, Pisa è rossa dagli anni Settanta e Massa dagli anni Novanta. Insomma, la fine di un'era durata circa settanta anni, che ha vissuto il suo massimo splendore con l'arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Chigi.
Una parabola, quella di Renzi, iniziata nel 2009 quando viene eletto sindaco di Firenze con il 47,57%. L'anno successivo lancia l'idea della "rottamazione senza incentivi" dei vecchi dirigenti del Pd, ex Pci, alla stazione Leopolda, ormai simbolo del renzismo. Da quel momento l'ascesa di Renzi sembra inarrestabile. Dopo aver vinto le primarie nel dicembre 2013, circa due mesi e mezzo dopo siede a Palazzo Chigi. Il sogno si è avverato. Da quel momento, Renzi vive una luna di miele con gli italiani che lo porta a conquistare il 40% alle elezioni europee del 2014. Poi, però, qualcosa è andato storto. Voleva cambiare l'Italia radicalmente con la riforma costituzionale del 2016, ma, avendo perso con il 59,11% rassegna le dimissioni da presidente del Consiglio. Prende il suo posto, il ministro degli Esteri del suo governo Paolo Gentiloni.
Da quel momento la parabola renziana inizia la sua discesa, raggiungendo il suo culmine con le elezioni politiche del 4 marzo, che hanno segnato il capolinea per il rottamatore di Firenze. Il Pd perde moltissimi voti, e si attesta su circa il 20%. Renzi ha fatto campagna elettorale senza essere il candidato premier. All'indomani del 4 marzo, preso atto della sconfitta, rassegna le dimissioni da segretario del partito. Viene nominato segretario reggente il suo ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina. Da allora il caos regna sovrano al Nazareno. Non esiste più una leadership e nemmeno una linea politica. Non si sa più cosa voglia fare davvero il Partito Democratico. L'unica cosa certa è che con il voto di queste amministrative ha perso anche i suoi feudi storici che fino a ieri sembravano inespugnabili. Ma la storia cambia.
Lo scenario di Pisa, Siena e Massa
A Pisa il candidato sostenuto dal centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia) Conti ha ottenuto 20.692 voti, il 52,2%, mentre il candidato del Pd Serfogli ha preso 18.881 voti, il 47,7%.
A Massa, Francesco Persiani è eletto sindaco con il 56,74% superando il candidato di centrosinistra e sindaco uscente Alessandro Volpi.
Fiato sospeso fino all'ultimo secondo a Siena dove, dopo un primo testa a testa, alla fine l'ha spuntata Luigi De Mossi, candidato del centrodestra, con il 50,80%.
Le reazioni
Insomma, un ribaltamento della geografica politica che induce a molteplici riflessioni. Persino il conduttore televisivo Pif, da sempre sostenitore di Renzi, esprime forti critiche verso il Pd. "Se sei ricco è facile essere di sinistra perché non hai i problemi dei poveri, non hai il rom o il migrante come vicino", così commenta Pif e aggiunge: "Nel Pd c'è bisogno di un lavoro lungo, non immediato. Bisogna ritornare sui territori, e non si può ricominciare in poco tempo. Anzi, è più sano perdere tempo. Il Pd aveva l'obbligo morale di sedersi al tavolo, e invece è successo quello che tutto sommato era immaginabile. Il governo poteva avere un equilibrio pendente a sinistra e invece ce l'ha a destra", conclude il conduttore.
Sul tema interviene anche l'europarlamentare di Forza Italia Elisabetta Gardini. "Ieri con il voto di ballottaggio delle amministrative sono cadute tutte le roccaforti rosse d'Italia, è finito il potere comunista in Toscana. Qualcuno informi il sindaco di Milano, Beppe Sala, che apparecchiava improbabili pranzi per clandestini, dichiarandosi e proponendosi come l'anti Salvini, insieme a un Roberto Saviano riciclatosi da scrittore in sospetto perenne di plagio a nuovo guru di una sinistra inconsistente e smarrita. Qualcuno dica loro che se vanno avanti così per trovare una opposizione di sinistra sarà necessario ricorrere a delle comparse di Cinecittà", afferma il capogruppo di Forza Italia all'europarlamento, e aggiunge "La vittoria va oltre le previsioni più rosee del centrodestra, a dimostrazione che è davvero lunga l'onda del 4 marzo delle elezioni politiche. La cavalca sicuramente Matteo Salvini, con il contributo determinante di Forza Italia e di Fratelli d'Italia, a dimostrazione che l'elettorato di centrodestra continua a restare compatto anche se nel frattempo gli equilibri e le alleanze del governo nuovo sono diversi", conclude la Gardini.
Sembra sia arrivato il momento di tirare le somme e pensare al futuro dell'Italia nell'ottica di un nuovo mondo che avanza sempre più rapidamente.
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