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Nataly Ferrari: Nei miei quadri racconto la guerra del mio popolo ucraino e l'amore


Domani a Quintessenza Caffè Gourmet di via Sabotino 13 a Roma ci sarà il vernissage di apertura, alle 18.30 fino alle 22, della mostra, che durerà fino al 24 giugno "War & Love" della pittrice ucraina residente a Napoli Nataly Ferrari, curata da Giuseppe Ussani D'Escobar. Ne abbiamo parlato con l'artista.

Cara Natali, come nasce il suo amore per l'Arte e quando inizia a dipingere?

L'amore per l'Arte è nato con il mio primo respiro, sono da sempre artista, fin da piccola dipingevo ovunque, anche sulle pareti... Io sono nata artista.

E la sua carriera invece? Lei ha fatto degli studi, la scuola d'arte, o è autodidatta?

Io sono laureata in Economia e Commercio, tutto ciò che faccio di artistico è una mia ricerca personale, con una mia tecnica personale inventata da me. Magari è sbagliata, ma è quello che mi sono creata da sola.

Nella sua ricerca personale, che tecniche usa e predilige?

Io provo ad usare tante tecniche. Se non ne conosco una che voglio sperimentare, studio, faccio una ricerca ma ci provo e faccio. Io ho iniziato prima con la grafica, poi mi sono messa a dipingere serialmente con una tecnica "pesante", l'olio su tela, con la quale mi sono trovata benissimo. Poi nel mio percorso di vita ho conosciuto molte persone che mi hanno ispirato a provare altro, e sono arrivata alla pop art e digital art. Ho sperimentato tante tecniche ed ultimamente sto provando con l'astratto materico. Avevo pensato che non fosse qualcosa di particolarmente pesante, ma in realtà ho scoperto che ha i suoi scogli. Il fatto è che io se faccio qualcosa o lo faccio bene o non lo faccio proprio.

Molto bella questa sperimentazione continua, sempre alla ricerca di nuovi generi e tecniche.

Sì! In futuro io ovviamente vorrei andare a studiare all'Accademia di Belle Arti, ma sto aspettando che mia figlia si laurei, perché metto al primo posto la mia famiglia ed il dedicarmi per ora ad essa.

La sua mostra che sta per cominciare a Roma si chiama War & Love (Guerra e Amore), a cura di Giuseppe Ussani D'Escobar, come ha scelto le tematiche e cosa ci può dire a proposito?

In questa mostra presento diversi tipi di quadri. Alcuni non c'entrano nulla con la guerra, e li ho chiamati d'amore perché penso che loro e la pittura trasmettano un senso di amore. Invece altri sono proprio dedicati alla guerra. Magari non sono quadri violenti, ma sono soggetti che fanno capire quello che sta succedendo adesso a casa mia, in Ucraina. Ho anche regalato un quadro al consolato ucraino a Napoli, città italiana dove vivo, e vorrei regalarne prossimamente uno all'ambasciata ucraina qui a Roma dove tengo la mostra.

Riguardo alla terribile guerra a casa sua, lei come la vive e come pensa dovrebbero comportarsi l'Europa e l'Italia?

Io penso che se la guerra non finirà a breve in Ucraina arriverà molto oltre, anche qui in Italia. Perciò io penso che tutta l'Europa, non solo l'Italia, debba dare una mano maggiore al mio paese, perché alla fine le guerre si fanno tra le potenze, tra i forti di questo mondo cioè, ma il brutto è che muore tantissima gente che non c'entra niente, come i bambini. I miei genitori vivono in Ucraina e non vogliono venire in Italia, mio padre è un militare e pensa sarebbe una vergogna abbandonare il paese. Io ho accettato la loro scelta. Io posso dire che anche se la mia cittadinanza è ucraina sono nata in Russia, i miei genitori hanno viaggiato e abbiamo vissuto in tutti i paesi dell'ex URSS: ma questo non vuole dire niente per me, io vado avanti per il mio popolo che è quello ucraino, sostenere la loro resistenza è molto importante per me.

Di Umberto Baccolo

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