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"Pino è": in 45mila a Napoli per il tributo al bluesman



Pubblico delle grandissime occasioni per l'evento dell'anno a Napoli. In 45mila hanno risposto presente alla "chiamata alle armi", riempendo lo stadio San Paolo per il saluto al grande Pino Daniele, scomparso improvvisamente tre anni fa.


Un'idea partorita e sviluppata a partire dal giorno del funerale dell'artista "più nero d'Italia", che ha coinvolto, oltre a uno straordinario pubblico, cantanti e artisti da ogni parte del paese, da Jovanotti e Francesco De Gregori, a Irene Grandi, Fiorella Mannoia, Giorgia ed Elisa. Un successo assicurato, garantito anche dalla diretta televisiva su RaiUno e della presenza di partner altisonanti che hanno contribuito alla realizzazione dell'evento.


A momenti esplosivi e entusiasmanti come l'inizio di Jovanotti, che si è esibito in un duetto "virtuale" con le immagini trasmesse di Pino, per poi lanciarsi in una versione acustica di Putesse essere allero, in un improbabile dialetto napoletano che i più gli avranno perdonato, si è passati per momenti toccanti, come il lungo monologo di Alessandro Siani, o alle poesie e ai racconti di Vincenzo Salemme e Francesco Favino. Nulla è stato lasciato al caso, in questo abbraccio più che ideale di tutto il mondo della musica italiana al grande bluesman.



Strepitoso il duetto fra Elisa e Gianna Nannini, per la celebre Je so pazzo, così come O'Scarrafone affidata a Eros Ramazzotti, con tutto uno stadio a fargli da accompagnamento. Da brividi Giorgia con Questo immenso e apprezzatissimo il duetto De Gregori Avitabile per Generale, una delle preferite da Pino. Tra i momenti più emozionanti Quando, cantata dal duo Mannoia Elisa, un'onda d'urto di passione per uno dei capolavori più apprezzati e reinterpretati dell'artista partenopeo.


Una risposta di pubblico, oltre che numeroso e rumoroso, perfettamente in sintonia con il palco e che ha dato vita a momenti scenograficamente unici, come la "fiaccolata" di flash sulle curve dello stadio, un "io c'ero" che rimarrà indelebile negli occhi dei ventenni che hanno voluto tributare un'icona della città e, soprattutto, per chi ha fatto di Pino Daniele un compagno di vita ed è cresciuto con le sue canzoni.


Per celebrare la diversità ritmica e musicale del grande musicista, si sono alternati diversi generi, dal rap di Clementino, che si esibisce in una vivacissima A tazzulella e cafè a Renzo Arbore che, in collegamento video, ha raccontato di averla scelta come sigla delle sue trasmissioni radiofoniche. Un commosso Massimo Ranieri ha scavato nel repertorio dell'artista, scovando una Cammina cammina magistralmente interpretata.


Nel finale, causa di qualche polemica sui sociali di chi li avrebbe voluti protagonisti assoluti della serata, spazio agli artisti napoletani che hanno accompagnato musicalmente la vita di Pino. Il tutto in un crescendo cadenzato fino al coro generale di uno stadio che ha intonato, fra lacrime e sorrisi, Napul'è, l'inno alla città, un anatema cantato da tutti i presenti in un abbraccio stretto attorno ai vizi e alle virtù di un popolo.



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