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Primarie, Violante: «Non devono servire a risolvere i problemi interni ai partiti»



Alleanze: «L’ex premier Conte è un valido interlocutore»

Trattativa Stato-mafia: «Spero che i giudici superiori potranno rivedere l’accusa nei confronti di Mori e De Donno»

Giustizia: «Fa bene il ministro Cartabia a dire che la magistratura è in crisi di credibilità»


A sostenerlo è Luciano Violante, ex presidente della Camera dei Deputati, che in un’intervista esclusiva rilasciata a Spraynews, dopo le consultazioni tenutesi a Roma e Bologna, esprime il proprio parere rispetto alle primarie del centrosinistra. L’ex presidente della commissione Antimafia interviene anche sulla trattativa Stato-mafia, dove in attesa dell’Appello, rispetto alla possibilità che possa essere rivista la sentenza sia per il generale Mori che per il capitano Di Donno. L’ex togato, invece, è d’accordo con la ministra Cartabia sulla crisi di credibilità della magistratura.


Trattativa Stato-mafia, chiesti 12 anni per De Donno e 8 per Mori. Che idea si è fatto?


«Quello che doveva essere il perno della trattativa, cioè l’ex ministro Mannino, è stato assolto anche in Cassazione. Mi pare, quindi, che la tesi della trattativa politica sia fallita. C’è stata probabilmente una trattativa di polizia, quella sì».


Non le sembra un controsenso che chi ha arrestato Riina rischia la galera, mentre chi è stato malavitoso come Brusca è libero?


«Sono due cose molto diverse tra loro. Ritengo, comunque, che l’accusa sia infondata nei confronti sia di Mori che De Donno. Spero che i giudici superiori rivedano la sentenza».


Una parte del centrosinistra, tra cui Bettini, sostiene il referendum proposto da

Lega e Radicali. Forse sta cambiando la linea giustizialista che ha caratterizzato buona parte del centrosinistra negli ultimi 20 anni?


«Non ritengo che la linea giustizialista abbia prevalso nel centrosinistra negli ultimi 20 anni. Non è così! Bisogna distinguere tra referendum e referendum. In realtà complessivamente quelli che riguardano l’ordinamento giudiziario sono in qualche modo vecchi, rispondono a istanze che non possono essere superate con quella tipologia di referendum. Questa è la mia idea. Naturalmente rispetto chi li ha fatti, ma mi permetterei di riflettere e dire che riguardano vecchie questioni, ora diventate molto più gravi di quanto erano prima e che non possono essere risolte in quel modo».


La ministra Cartabia lancia il proprio allarme, sostenendo che la magistratura è in crisi di credibilità. E’ d’accordo?


«Si lo sono. La riforma della giustizia è urgente da molto tempo. Alcuni anni fa potevano essere sufficienti delle proposte che oggi sono contenute in alcuni quesiti referendari. Adesso non lo sono più. Se si aspetta ancora un poco neanche tali proposte saranno più adeguate. Bisogna, quindi, far presto e non perdere altro tempo».


Cambiando argomento, le primarie, considerando quanto accaduto a Roma e Bologna, funzionano ancora?


«Le primarie sono una forma di raccolta dei cittadini, orientati verso una determinata coalizione, a esprimere la loro preferenza. Mi pare che sia un modo giusto, purché non sia uno strumento per risolvere i problemi interni dei partiti quando questi ultimi non sono più in grado di farlo. Chiamare le persone a decidere chi sarà il candidato di quell’area ritengo sia un fatto democratico».


A Bologna viene bocciata la candidata a sindaco di Italia Viva. Considerando quanto avvenuto nell’ultimo passaggio elettorale, si avverte l’esigenza di un fronte progressista che guardi meno a Renzi e più alla sinistra?


«Questo sì, non è stata mai abbandonata. Sicuramente oggi il problema è un altro. Tutti i soggetti politici oggi si sono statalizzati. Bisogna tornare, pertanto, ai partiti della società e questo vale soprattutto per quelli del centrosinistra».


Per quanto riguarda il nuovo M5s, guidato da Conte, cosa ne pensa?


«Lo ritengo un valido interlocutore».


Di Edoardo Sirignano

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