Gianfranco Rotondi, in un’intervista rilasciata a Spraynews, illustra il nuovo progetto politico Verde è Popolare, presentato nel pomeriggio a Siderno. La nuova formazione metterà insieme ecologisti e popolari, ma non si esclude che a guidarla, come rivelato dallo stesso deputato di Forza Italia, possa esserci il sindaco di Milano Beppe Sala o un imprenditore alla Berlusconi, considerando, che come dichiaratoci da Paola Balducci, il nuovo soggetto ambientalista sarà completamente diverso dal partito ecologista dei no di qualche anno fa.
Rotondi, ci faccia capire. Di che progetto si tratta?
«Per averne un’idea bisogna ricordare cosa fu l’associazione del buon governo di Urbani del 1994. Berlusconi non era sceso in campo, non ci pensava nemmeno. La sua discesa fu suggerita dal professore Urbani, che allora costituì un’associazione per studiare, proporre ed elaborare un programma di governo per l’Italia. Dopo aver fatto ciò, il docente e i suoi colleghi si chiesero chi potesse essere il politico migliore per interpretarlo e andarono da Gianni Agnelli. L’avvocato disse di non essere interessato, andate da Berlusconi, magari a lui la cosa può affascinare. Il centrodestra è nato così. Questa è la storia, il resto è leggenda. Oggi un gruppo di persone di diversa tendenza politica, tra cui io, l’onorevole Paola Balducci, donna di sinistra, ci siamo messi insieme e abbiamo costituito un’associazione chiamata Verde è Popolare. Nel titolo, infatti, ci sono due filoni culturali, i verdi che rappresentano l’ambientalismo e il popolarismo. Siamo certi che queste due culture politiche possano essere il lievito per un nuovo programma per l’Italia, proprio come accadde nel 1994».
I verdi, però, sono sempre stati visti come forza di sinistra?
«Va bene. Non parliamo di realizzare un partito. Siamo solo un’associazione che deve definire un programma. E’ utile, pertanto, che ci siano anche contenuti di sinistra. I verdi, in Italia, nascono a sinistra. Anche in Germania, d’altronde non è che siano nati a destra. Noi siamo popolari. Sono un deputato di centrodestra ed esprimo un’altra cultura politica. Dal nostro confronto e dal mondo che intendiamo coinvolgere, ovvero professori universitari, ma soprattutto imprenditori venuti a Siderno da tutta Italia, siamo impegnati per un qualcosa di nuovo».
Parla di imprenditori, ma volete includere anche coloro che per tanti anni hanno rappresentato nel Paese il cosiddetto partito dei no…
«E’ un concetto assolutamente superato. Mi ha molto colpito il discorso di una consigliera comunale di Savona, un'indipendente, che a Siderno, ha detto io sono una che fa business e soprattutto ha affermato a gran voce questo è un affare, non un itinerario di purificazione perché se l’Italia diventa leader nel mondo nella riconversione ecologica torniamo importanti sullo scenario economico mondiale, creando così nuove opportunità per tutti. Il know-how, infatti, sarà dato dalle imprese del nostro paese. Non pensiamo a un programma di governo fatto di no, ma a uno che porti contenuti vantaggiosi per il popolo italiano».
Avete già scelto un leader carismatico per mettere insieme una forza così ampia, che contiene diverse culture politiche?
«Come nel 1994, intendiamo partire dalla piattaforma programmatica, in modo più pubblico rispetto a Urbani, ovvero meno università e più impresa e poi presentare queste proposte a una serie di personalità che riteniamo possano dare un contributo per lo sviluppo dell’Italia, proprio come allora successe con Berlusconi».
Ci faccia qualche nome a cui state pensando…
«I nomi non li rivelo, a eccezione di uno che si è fatto da solo. Il sindaco di Milano Beppe Sala è tra queste personalità, ma non la sola. Stiamo tenendo d’occhio un importantissimo uomo d’impresa, di notorietà non minore a quella che Berlusconi aveva nel 1994, nonché una serie di personalità culturali. Abbiamo, pertanto, più profili in mente a cui proporremmo il nostro programma quando lo avremo definito. Quello di oggi è solo un primo passo, ma l’obiettivo resta creare una proposta, un leader, una coalizione, parlando con tutti da destra a sinistra. Non abbiamo pregiudizi, ripeto, nei confronti di nessuno».
I verdi, negli ultimi anni, si sono attestati su percentuali bassissime. Secondo lei perché?
«Perché non sono scesi ancora in campo i democristiani. Da oggi, però, ci saremo e le cose certamente cambieranno. Dopo le elezioni tedesche e quelle milanesi sarà tutto più chiaro».
Tra gli argomenti centrali del dibattito la giustizia. Che idea avete sull’argomento?
«Sulla giustizia si parla a vanvera da trenta anni e si continuerà ancora per un bel po’».
Si è arrivati, intanto, addirittura a parlare di censura per l’ultimo libro di Palamara..
«Per carità, sono sempre per la libertà e soprattutto garantista, anche per Davigo».
Di Edoardo Sirignano
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