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Sgarbi show: dalla fiducia al governo alla sfida di Sutri



Dalla fiducia alla sfida di Sutri. Già vinta, dicono gli analisti. Sono giorni movimentati quelli del parlamentare di Forza Italia, Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte è stato protagonista di un mercoledì da leoni, ieri alla Camera. L’occasione, d’altronde, era ghiotta e lo Sgarbi show non si è fatto attendere: il voto di fiducia al governo Lega-M5S.


Il critico, dal post voto, è andato avanti a suon di comunicati contro Luigi Di Maio, ha portato avanti interi dibattiti televisivi in cui non ha fatto altro che chiamare Luigino "psiconano". Insomma, mai e poi mai avrebbe potuto appoggiare i pentastellati. E poi avrebbe dovuto seguire le indicazione del leader del partito, Silvio Berlusconi, il quale nei giorni precedenti aveva detto a chiare lettere che non avrebbe appoggiato il nuovo esecutivo. Ma Sgarbi, si sa, è un battitore libero, uno di quelli che nulla è scontato. E liberamente ha lasciato tutti sorpresi, con una dichiarazione di voto ironica, pungente ma sicuramente lucida. "Onorevole presidente, onorevole vicepresidente di due vicepresidenti, il suo discorso ha evidenziato un conflitto costituzionale e di interessi straordinario: lei non è stato incaricato dal presidente della Repubblica, è stato incaricato dall’onorevole Di Maio.” ha esordito Sgarbi rivolgendosi al premier Giuseppe Conte. “Questo è un governo Salvini che ha avuto come presidente che ha dato l'incarico Berlusconi, il quale ha incaricato Salvini di fare un governo, e Salvini lo ha fatto. È un Bersani riuscito. Non avete consentito a Bersani di fare quello che Salvini ha fatto, riducendo l'onorevole Di Maio al prossimo Alfano. Ha un futuro "straordinario", ha sottolineato Sgarbi elogiando il neo ministro dell’Interno. “Ammiro”, ha aggiunto il critico d’arte, “il discorso di Molteni della Lega, così estremista che credo che oltre alla giornata indimenticabile qui avremo una maggioranza inesistente perché voglio vedere con quale coraggio i deputati dei 5 Stelle voteranno il programma indicato da Molteni, voteranno il programma contro qualunque matrimonio che non sia quello cristiano. Io lo capisco, però ci sono tante strade, tante vie”.


Una dichiarazione di voto che sembrava affossare il governo, che nel naturale svolgimento del discorso sembrava l’annuncio di una secca bocciatura. Almeno fino a qui. E invece subito dopo ecco il colpo di scena: “Qualcuno un giorno dirà che questo è un governo illegittimo e proprio perché dove c'è disordine e ignoranza io prospero, darò la fiducia a questo governo, una fiducia piena, per vedere il vostro declino”. E giù le risate, come nel teatro greco quando una battuta rompe il pathos. Nonostante il presidente della Camera Roberto Fico, con un tono abbastanza seccato, tentasse di richiamare il parlamentare affinché terminasse la sua dichiarazione di voto, Sgarbi è andato giù dritto, anche contro il suo stesso partito: “Voglio ricordare che da un dibattito democratico potevano nascere per Forza Italia suggestioni per votare Salvini, alleato con loro oggi in tutte le amministrazioni comunali dove si vota. Lega e Fi sono insieme in Italia e sono contro in Parlamento? Qualcosa non funziona”. Infine la conclusione, degna dello stile “capra” ma con classe: “Jung diceva: il limite della trinità è di non inglobare il diavolo facendo la quaternità. Inglobiamo i 5 stelle e facciamoli morire”.


Sull’inclusione, infatti, il critico d’arte, ha una strategia tutta sua. Che vedremo se porterà i frutti ben sperati da Sgarbi a livello nazionale, ma sicuramente ha funzionato a Sutri, dove Sgarbi corre per la sfida alle Comunali. Nella cittadina d’arte della Tuscia Vittorio è sceso in campo con felina agilità e, in men che non si dica, è stato capace di mettere insieme tutto il centrodestra e di farsi appoggiare perfino dal Pd, con una lista a suo sostegno. Praticamente da Casapound all’estrema sinistra, a Sutri il miracolo Sgarbi è stato accolto con più devozione della festa del patrono. E lui non riesce a sottrarsi all’abbraccio dei suoi nuovi cittadini: anche stasera e domani sarà con loro, per sentire le loro ultime richieste e rassicurarli sul programma. Poi sabato ci sarà il silenzio elettorale e Sgarbi potrà attendere con molta serenità le urne, il 10 maggio. Stavolta, però, niente colpi di scena: gli analisti parlano di una vittoria schiacciante, con oltre il 70 per cento delle preferenze.

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