La tentazione è forte. La voglia ancor di più. Le condizioni, invece, così. Ma solo per il momento. Come hanno insegnato le recenti operazioni condotte a viale Mazzini la Lega non ha fretta, ha solo necessità di portare a casa il risultato voluto. Un po’come con le tav, insomma. Prendendo per sfinimento i grillini prima o poi i cantieri saranno riaperti. In Rai, invece il cantiere non è mai chiuso. Gli operai leghisti sono sempre all’opera, 24 ore su 24, del resto volendo occupare militarmente la tv pubblica non potrei perdere tempo. Così, mentre tutti sono a ragionare ancora sul piano editoriale approvato pochi giorni fa dal consiglio di amministrazione, firmato formalmente dall’amministratore delegato Fabrizio Salini, ma scritto materialmente dal presidente Marcello Foa, fuori e dentro viale Mazzini prende forma uno strano disegno, il cui obiettivo è quello di consegnare le chiavi della Rai alla Lega. L’uomo nel mirino di questo forte gossip televisivo sarebbe proprio l’ad Salini considerato troppo morbido dalla Lega e poco adatto al ruolo da parte dei 5 stelle. Quest’ultimi stanno provando a difenderlo con tutti i mezzi a loro disposizione, ma i risultati , per il momento, non si vedono. Lo stesso partitone Rai, sempre con una forte componente di sinistra, vorrebbe fermare il piano della Lega, una sorta di totale annessione della Rai, ma la scarsa consistenza di Salini rischia di essere un boomerang anche per loro. Data la cornice il quadro che si va delineando in casa Lega, per il quale è già pronta la tavolozza dei colori, vedrebbe l’attuale direttore di Rai Uno, Teresa De Santis, al posto di Salini come amministratore delegato mentre al vertice della Rete verrebbe piazzato un uomo gradito ai 5 stelle. Mero premio di consolazione. Il nuovo piano editoriale, di fatto, toglie tutti i poteri ai direttori di rete per consegnarli al coordinatore dell’offerta, ovvero a colui incaricato di occuparsi delle reti generaliste. La De Santis, in pratica, usando il vecchio metodo democristiano che ha imparato da Beretta (A fra’che te serve?) sta concedendo qualcosa a tutti per ottenere da tutti altrettanta compiacenza. La Lega, e in parte pure i 5 stelle, dopo gli incassi fatti non possono non saldare il conto. Ovviamente da sinistra, a partire dall’Usigrai, sono pronti a fare le barricate per fermare questo piano, destinato, se realizzato, a consegnare la Rai alla Lega. Un’evenulità, questa, considerata senza precedenti nella storia della tv pubblica. E Commissione di Vigilanza si preannunciano sedute infuocate. Del resto tanto a Salvini quanto ai suoi colonnelli quello che interessa è un servizio pubblico totalmente asservito ai loro voleri, anche a costo di dover combatter con tutto il parlamento. Sia Prima che dopo le elezioni europee. Soprattutto se le tensioni con il Movimento 5 stelle dovessero sfociare in crisi di governo. A quel punto la Rai sarà solo Lega.
di Alberto Milani
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