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Foa viene dopo il tg con la sua striscia e Sangiuliano insidia Salini



L'avanzata delle truppe cammellate leghiste in Rai è ormai fuori controllo. Nel più totale silenzio dei 5 Stelle, terrorizzati dallo spettro della perdita di consenso e dall'ipotesi che la base capisca quanto il movimento sia in una posizione di sudditanza anche nel servizio pubblico, il dg Marcello Foa imperversa, detta legge, mette veti. Dopo il piano che commissaria chiunque non sia vestito di gialloverde (anzi solo di verde visto che i rumors dicono che quel progetto sia stato solo firmato dall'ad Fabrizio Salini ma sia stato in realtà deciso da Foa), ora qualsiasi operazione riguardante la pluralità dell'informazione viene bloccata. Prima tra tutti la striscia post Tg1, pensata dalla direttrice di RaiUno Teresa De Santis per dare una poltronissima ai suoi amici esterni all'azienda. Quello è stato l'ultimo guizzo dei 5 Stelle, che avevano preso posizione contro il nome cosi caro alla De Santis e fatto saltare l'approfondimento informativo in attesa di un nome condiviso per quella che è una fascia fondamentale in vista delle Europee. Ebbene, quel nome condiviso non arriverà mai. Il mega direttore ( presidente) ha dato l'aut-aut. O si affida la striscia alla sovranista esperta in propaganda, che i grillini non vogliono, o la striscia non vedrà mai luce. A nulla sono serviti gli appelli dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che avevano chiesto di dare lo spazio informativo a ottimi professionisti interni. A nulla è valsa la rosa di nomi prospettata dai grillini, con personalità forti, inviati di guerra e anchorman amati dagli italiani. Addirittura sono stati ignorati anche leghisti doc, della prima ora, a favore di esterni non iscritti all'albo dei giornalisti, dal passato non del tutto chiaro, che dai vecchi partiti hanno indossato la casacca verde per trovare un posto a tavola. E si mormora pure che anche la posizione di Salini traballi. In gran segreto Foa starebbe cercando di sostituire l'ad grillino con un altro nome caro alla Lega, quello di Gennaro Sangiuliano, ora direttore del Tg2 ma sul cammino verso i piani alti. A quel punto si libererebbe un posto alla direzione del telegiornale della seconda rete, che potrebbe andare a Luciano Ghelfi, uno di quei giornalisti filoleghisti ma con grande esperienza che da Salvini non ha avuto niente. L'operazione è ardua da mettere in pratica, perché Salini rappresenta l'ultima roccaforte dei 5 Stelle in Rai. Ma l'arroganza del potere spinge a tentare e la mission di Foa è propaganda a tutti i costi. D'altronde, come diceva il gerarca nazista Joseph Goebbels: «La propaganda è un'arte, non importa se questa racconti la verità».


di Michelle Ranieri

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