E dire che la Rai il suo Petrolio lo ha in casa. Un oro nero che rende, sotto tutti i punti di vista, e che dovrebbe avere maggior attenzione da parte del vertice aziendale. A partire dal direttore di rete, Teresa De Santis, in tutt’altre faccende affaccendate, fuor che quelle giuste per far crescere Rai Uno. Tipo strisce d’informazione da piazzare dopo il Tg1 delle venti. Roba che riguarda la testata giornalistica, non lei. E contro la quale c’è stata una tale levata di scudi da far impallidire chiunque. Per come è stata concepita serve solo ad uccidere gli ascolti. Soltanto nel caso in cui venisse gestita dal Tg1 come appendice al telegiornale avrebbe un senso, ma usando i giornalisti della testata, Giorgino, Ghelfi e Polimeno i nomi in corsa. Altrimenti sono solo soldi buttati per l’ennesima inutile collaborazione. Solo cosi la Rai sarà sempre più servizio pubblico. Dicevamo di Petrolio, il programma di approfondimento della rete condotto da Duilo Giammaria e collocato dalla precedente gestione al sabato sera, in seconda serata. Un orario scellerato che fa torto alla ragione e alla professionalità di un talento come quello di Giammaria, ex inviato del Tg1. Ecco, sabato sera se volete capire il futuro concentratevi su Petrolio, perfetto prodotto interno alla Rai con giornalisti figli dell’azienda. Il programma propone una puntata speciale incentrata su tutto ciò che sin'ora abbiamo visto avvenire con l'avvento di internet e del digitale, moltiplicato migliaia di volte. Questa è in sintesi la rivoluzione la "new wave" del 5G. "La nuova onda" ultraveloce sta per investire la nostra vita. Petrolio late show racconterà tutto questo. Una rete in grado di moltiplicare e utilizzare l'intelligenza artificiale, una rete su cui passeranno informazioni e dati sensibili, il bottino della nuova guerra industriale e commerciale tra le due superpotenze, Stati Uniti e Cina. Chi vince ha le chiavi del business del secolo, una delle piu' grandi battaglie commerciali e chi la vincerà sarà il futuro padrone del mondo. L'offensiva diplomatica americana in Italia, è la prova che anche il nostro paese sarà il terreno di gioco tra i due mega-competitor. Come e con che ruolo dobbiamo entrare in partita? Huawei, il colosso cinese delle telecomunicazioni, all'avanguardia delle infrastrutture per il 5G spaventa non solo gli Stati Uniti ma anche la Germania, il Regno Unito, l'Australia, la Nuova Zelanda. Paure reali o allarmismi? Con Duilio Giammaria in studio Francesca Bria, Assessore all'Innovazione digitale di Barcellona, l'amministrazione pubblica che ha fatto dell'uso della rete un modello di efficienza, e in collegamento da New York, Marco Mezzavilla, del Dipartimento di Ingegneria elettronica di NYU-New York University. Tutto questo per dire che il servizio pubblico deve adempiere a questa missione, raccontare il presente ma prefigurando il futuro. Appaltare strisce quotidiane dopo il Tg delle venti a personaggi esterni alla Rai non in grado di garantire qualità ma bravissimi ad uccidere gli ascolti è pura follia. A competere con le Gruber e le Palombelli di turno ci pensa il Tg2 che ha missione, anche come target, nello stare dentro alla quotidianità. Altro è sfizio e vezzo di chi vuol sistemare gli amici.
di Alberto Milani
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