di Stefano Bini
Cos’è Civiltà Socialista e perché è stata fondata?
«E’ stato fondato in questi giorni. Ha due obbiettivi: riproporre un aggettivo che è stato cancellato dalle cronache e hanno cercato di eliminarlo anche dalla storia d’Italia degli ultimi anni. La storia socialista dalla fine dell’800 ad oggi ha rappresentato un filone importante del nostro paese. In secondo luogo, vuole analizzare tutte le contraddizioni degli ultimi tempi, da quelle geopolitiche a quelle che riguardano l’Europa e il nostro paese. Ci troviamo di fronte ad una terza svolta storica: la prima è stata quella rappresentata dalla rivoluzione d’ottobre, poi dalla vittoria del nazismo e poi dalla seconda guerra mondiale. Da qui, c’è stata la fase di un mondo diviso in due, quello occidentale e quello comunista. Quest’ultimo in Europa è crollato nel 1989 e si aperta una fase abbastanza pacifica. Ora invece, uno per una contraddizione derivante dalla sanità, ovvero il covid con forte responsabilità della Cina, l’altra per la guerra tra Russia e Ucraina, viviamo una situazione sconvolgente rispetto al quadro precedente. Rispetto a questa fase, secondo noi, la cultura socialista può rappresentare un punto di riferimento per l’analisi e anche per trovare delle trame di sviluppo per uscire da questa situazione.»
Quanto socialismo c’è nel Governo Meloni?
«Nessuno. Questo governo è la dimostrazione della crisi profondissima della sinistra italiana. Con il fatto di aver eliminato via mediatico-giudiziaria nel 1994 il partito socialista, i post comunisti pensavano di aver conquistato il potere. Hanno fatto un calcolo sbagliato. In primis perché è sorto il fenomeno Silvio Berlusconi, in secondo luogo anche quando Berlusconi è entrato in crisi si è passati da un centro-destra ad una destra-centro, prima con Salvini e poi con la Meloni. Il Pd si ritrova senza alleati, addirittura ad inseguire il Movimento 5 Stelle, che è un fenomeno reazionario anche se cerca di presentarsi con slogan progressisti. Adesso addirittura c’è una sorta di opa negativa nei confronti del Pd, messa in atto dall’interno e dall’esterno del partito, per un verso da Bettini e da D’alema e dall’altro da tendenze di sinistra. È da vedere se sorgerà una forte componente riformista all’interno del Pd che darà battaglia politica e cultura, per farlo incorrere all’attenzione del socialismo italiano. Alla presentazione del libro di Bettini, ad esempio, c’erano Conte da una parte e Orlando dall’altra. Questo fa capire che il Pd non può che andare verso un decorso giustizialista e populista.»
Le piace questo esecutivo?
«Non mi piace. Devo dire che questo esecutivo reggerà sulla Meloni, perché Salvini è negativo e Forza Italia è allo sbando. Giorgia Meloni rappresenta la novità, anche se viene politicamente da lontano. Sta attuando una linea di conservatorismo liberale che vedremo se riuscirà a reggere. Ha una compagine governativa molto contradditoria. Salvini le nuoce ad ogni tentativo che fa, poi andrà incontro ad una serie di meeting attinenti alla politica europea, sanitaria ed economica. La diatriba con la Francia, ne è un esempio. Weber e il governo tedesco seguono fortunatamente l’Italia e non la Francia, però affermazioni negative sono state fatte anche da Salvini, Piantedosi e dalla stessa Meloni. Fermo restando che Macron è stato arrogante e ha non poca paura della destra francese, facendosi brutti autogol. I migranti di tutto il Mediterraneo non possono essere messi in conto solo all’Italia.»
Cosa dovrebbe fare questo Governo nell’immediato per salvare il paese?
«In parte lo sta già facendo, in primis le bollette e anche di trovare una soddisfazione del fabbisogno energetico che non sia solo quello proveniente dalla Russia. Va realizzata un’intesa europea per ciò che riguarda i migranti e va sostenuta l’Ucraina. Tutto questo va realizzato dando più armi all’Ucraina e aumentandone la resistenza, in modo che la Russia sia costretta a più miti propositi.»
Linea morbida o linea dura contro Vladimir Putin?
«Linea dura fino a che lui non dichiara disponibilità ad una tregua. Putin sente solo i rapporti di forza militari quindi ha messo paura all’occidente con le armi atomiche, come se l’Europa non avesse armi per difendersi.»
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