Giuseppe Gargani, ex europarlamentare, guarda con interesse alla candidatura di Luca Palamara alle suppletive nel collegio uninominale di Roma Monte Mario-Primavalle.
Gargani, cosa ne pensa della scelta di Palamara di candidarsi alle politiche?
«Ha fatto bene a provocare. E’ la politica che si deve incaricare delle cose che ha iniziato a dire Palamara. In questo modo ritengo possa dare una mano a tutti quanti coloro che da anni sono impegnati sul tema della giustizia. Vogliamo solo sapere la verità rispetto a quanto è accaduto negli ultimi anni e dall’altro trovare delle soluzioni per superare un sistema, che non deve più esistere. Sono convinto che Palamara dirà tutto quello che sa perché nel libro sono certo che non è stata rivelata ogni cosa che lui sa».
Al momento l’ex togato ha scelto di correre senza simboli. Sareste disponibili ad accoglierlo nella federazione centrista, che raccoglie oltre 70 sigle dell’ex Dc?
«Non lo so. Non conosco il suo pensiero politico. Qualora dovesse accettare il nostro progetto, certamente ne sarei entusiasta e sicuramente inizierei una discussione».
Secondo la sua lunga esperienza in politica, Palamara può essere realmente eletto nel collegio in cui è candidato?
«Non conosco questa parte di Roma. Non so cosa è capitato nell’ultimo collegio durante le ultime elezioni politiche. Posso affermare, però, che un profilo come Palamara, in questo momento, soprattutto nella capitale, sarebbe un’importante novità. La sua provocazione certamente può assumere popolarità e ciò non piace a tanti poteri forti. C’è un elettorato nascosto inquieto di sapere tutto quanto è stato celato su un tema delicato come quello della giustizia».
Un’idea potrebbe essere quella del partito contro la malagiustizia?
«Nel dibattito, venuto fuori durante l’ultima presentazione del mio libro, inconsapevolmente è stato dato un colpo a una certa magistratura. Se l'ex togato coordinerà tutte quelle persone che si ritrovano intorno a determinate idee, come venuto fuori nell'ultimo convegno organizzato da me e altri amici, davvero se ne vedranno delle belle».
Tante sono le vittime delle Procure, di accuse poi rivelatesi infondate. Una forza a favore della giustizia giusta può diventare l’ago della bilancia nella scena politica?
«Stiamo parlando di una battaglia che non può essere politicizzata. Se resterà senza bandiere, come spero, sono certo che saranno tanti ad avvicinarsi verso un movimento che potrebbe raccogliere tanti consensi. Sono numerosi i politici che rispetto al tema, negli anni, hanno predicato bene e razzolato male. Servono delle riforme urgenti e in tal senso la candidatura di Palamara può essere una spinta non indifferente. Sono certo che la sua non è una battaglia per una poltrona, ma per portare avanti un ideale giusto, che certamente chi conosce bene le dinamiche del Paese non può che condividere».
Di Edoardo Sirignano
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