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Gennaro Acquaviva: “Berlusconi si autocandida al Colle solo per tornare leader del centrodestra”


Acquaviva, di quanti Presidenti della Repubblica è stato un grande elettore?


Di uno solo. Sono stato grande elettore di Oscar Luigi Scalfaro nel 1992.


Bobo Craxi ha detto che, specie negli ultimi venti anni, i Presidenti della Repubblica sono sempre stati anziani signori ormai fuori dalla mischia politica. Andrà così anche questa volta?


Magari. Gli anziani signori, di cui le ha parlato Bobo, sono stati buoni Presidenti della Repubblica. Peraltro, non tutti erano anziani signori che non facevano più niente altro ed erano fuori dalla mischia. Giovanni Gronchi fu eletto contro gli eredi di Alcide De Gasperi e la maggioranza della Democrazia Cristiana. Francesco Cossiga fu eletto, a seguito di un accordo fra Ciriaco De Mita e i comunisti. Scalfaro fu eletto, in una situazione simile a quella attuale, da un Parlamento molto insicuro e incerto. Sapevano tutti che c’era di mezzo una questione non risolta. Tangentopoli già covava sotto la cenere.


Perché quella di allora ricorda la situazione di oggi? Che cosa c’è di irrisolto nell’attuale Parlamento?


La stabilità del sistema. Il Parlamento è poco agibile e scarsamente rappresentativo. I partiti, nell’accezione tradizionale di grandi organismi di massa riformatori e di grandi famiglie ideali, non ci sono più. Si sta insieme per ragioni estranee alla vita di relazione, per non parlare della politica.


Silvio Berlusconi ce la può fare?


Mi sembra molto difficile. Mi sembra anche strano che uno come lui punti a fare il Presidente della Repubblica. Mi sembra, piuttosto, una meta, che gli serve per riemergere e farsi vedere.


Un bluff?


No, ma penso che abbia modeste frecce al suo arco. Se uno vuole farsi eleggere realmente, non si fa candidare in quel modo o si autocandida lui stesso. La realtà è che vuole riemergere dalla situazione difficile, in cui sta, e riapparire come un leader possibile non solo di un partito, ma di un’intera coalizione. Ha altri obiettivi, secondo me, che non siano quelli dell’elezione di se stesso a Presidente della Repubblica.


Si parla molto, in questi giorni, del ruolo che in queste elezioni presidenziali potrebbero avere i franchi tiratori. Come ci si difende da chi agisce nell’ombra del voto segreto?


Una volta i partiti erano capaci di mantenere una disciplina. I franchi tiratori erano solo piccole frange, desiderose di tradire la volontà popolare e quella collettiva. C’era la stabilità di un sistema che, se sgarravi, poi te la faceva pagare.


Quale è il suo Presidente ideale nell’anno di grazia 2022?


Io vorrei che Sergio Mattarella rimanesse al suo posto per due o tre anni. Vorrei che gli si chiedesse insistentemente di restare e che lo si votasse. Mario Draghi dovrebbe mantenere la sua condizione di buon governante e Mattarella garantire parallelamente la Presidenza della Repubblica, almeno fino a quando il sistema non si sarà stabilizzato.


Un socialista al Quirinale non rientra, quindi, nei suoi desideri…


Certo che lo vorrei. Se salta l’accoppiata, che auspico possa garantire una fase di transizione assolutamente necessaria, si può anche pensare a un socialista.


Giuliano Amato, a quel punto, sarebbe l’uomo giusto al posto giusto?


Amato ha tutte le qualità per fare il Presidente della Repubblica. Sarebbe un ottimo Presidente. Senza ombra di dubbio.


di Antonello Sette

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