di Michele Lo Foco
E' di Valeria Arnaldi l'articolo del Messaggero di sabato 22 luglio su Walt Disney che ha come centro Topolino: la giornalista tenta una ricostruzione del personaggio animato partendo dalla intuizione che lo fece nascere nel 1928, e prosegue citando Alice ed altri successi, per poi descrivere le attuali difficoltà della Disney, i licenziamenti e lo sciopero in atto da parte di attori e autori americani.
Peccato che la giornalista non abbia approfondito: Topolino è un personaggio ripreso da Steamboat Bill, opera di Buster Keaton e non inventato da Walt, che appare per la prima volta come Mickey Mouse in un fallimentare film muto dal titolo Plane CraZy.
Con la vecchia normativa di allora il Copyright (75 anni) sarebbe scaduto nel 2003 ma grazie a quello che è conosciuto come Mickey Mouse Act fu esteso fino al 2023.
Il Digital Millennium Copyright Act è una legge degli Stati Uniti d'America sul copyright che rende illegali la produzione e la divulgazione di tecnologie, strumenti o servizi che possano essere usati per aggirare le misure di accesso ai lavori protetti dal copyright ed inoltre criminalizza l'elusione di un dispositivo di controllo d'accesso, anche quando non vi sia un'effettiva violazione del diritto d'autore. Prevede altresì un inasprimento delle pene per la violazione del copyright su Internet. Il Digital Millenium Copyright Act, più noto come Sonny Bono Copyright Term Extension Act, è stato anche soprannominato Mickey Mouse Copyright Term Extension Act e questo perchè tale provvedimento è arrivato dopo la lunga azione di lobbing esercitata dai legali della Disney.
Disney, approfittando del lassismo legislativo di allora, trasse Biancaneve e Cenerentola dai racconti dei fratelli Grimm, Bambi dall'austriaco Felix Salten, Alice da Lewis Carrol, la bella addormentata da Charles Perrault, la carica dei 101 da Dodie Smitht, e potrei continuare con Peter Pan, Robin Hood, Mulan ed altri.
In tutti questi film Disney fece propri spunti della cultura creativa e li mescolò con la propria filosofia, realizzando progetti che sono ancora vivi nella nostra memoria ma anche nella realtà attuale.
E’ d’altra parte divertente ricordare che una delle prime apparizioni di Tom & Jerry prese il titolo, poi modificato, di “Per qualche formaggino in più”, con evidente riferimento ai film di Sergio Leone.
In assoluto possiamo dire che ai “cartoni animati” è sempre stata concessa qualche licenza rispetto al diritto d’autore, ma non si può negare che Disney, se la medesima situazione si fosse verificata oggi, sarebbe stata oggetto di molte azioni legali per la titolarità dei diritti.
Invece allora l’elaborazione dei personaggi e le novità del mezzo audiovisivo consentirono alla Disney di creare qualcosa di originale che oggi le appartiene storicamente e che costituisce la spina dorsale della sua lunga permanenza nel mercato e della sua capacità di adattarsi ai tempi e di costruire un vero impero.
Disney ha allietato e continua ad allietare le ore dei bambini e nessuno vuole toglierle questo merito: l'importante è sempre però riconoscere alla verità il suo ruolo, e la Disney, per quanto importantissima major, non può sottrarsi alla verifica delle condizioni che le hanno permesso di primeggiare.
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