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stefano19851

Jane e Cat


di Michele Lo Foco

Siamo stati tutti pazzamente innamorati di Jane Birkin, come dice Marco Giusti, ed in suo onore interrompo la serie continuativa di critiche alla legge Franceschini, al tax Credit, ed alla Rai.

In questo ultimo mese due episodi mi hanno emozionato: ascoltare dal vivo Cat Stevens e sapere che era morta Jane.

Io non sono certamente un fan di nessuno, difficile che mi esalti per un attore o per una canzone, anche perché avendo cantato più o meno professionalmente ed avendo creato VideoMusic quando avevo 34 anni, ed occupandomi legalmente di spettacolo, ho metabolizzato tutto nell’attività professionale e pertanto resto sempre con i piedi per terra.

Ma Cat Stevens ha riempito le mie giornate da universitario e giovane praticante con le sue melodie, diverse, piene di dolcezza e di rabbia, con le sue parole intime e sorprendenti; tramite lui ho comunicato con le ragazze di quei tempi ed ho scaricato i miei umori cantando, con lui, a squarciagola all’interno dell’automobile. Rivederlo, anzi vederlo, dal vivo, con la stessa voce di una volta e risentirlo esprimere quei suoni di allora, che ho cercato di iniettare in mio figlio, è stato un medicamento spirituale

Di Jane Birkin siamo stati tutti innamorati, e lei è la dimostrazione fisica e mentale che non basta essere belle per attrarre, ma occorre quel fascino che solo un sorriso malinconico su un corpo acerbo, solo una sottomissione che stimola protezione, solo una sottile vena di perversione entrano nella fantasia per restarci. Non era una cantante perché sapeva solo soffiare, e nemmeno una grande attrice, perché più o meno doveva solo esibire il corpo, ma bastava ci fosse per rendere lo schermo armonioso e femminile, più di Brigitte Bardot ove possibile.

Quando il cinema e la musica entrano nel vissuto di ognuno di noi, vuol dire che il loro linguaggio tocca o sfiora la nostra anima e la nostra memoria, senza disturbare ma lasciando un’impronta che può essere sempre riconosciuta e rianimata. Vuol dire anche che per suscitare emozioni occorrono personaggi dotati di grande personalità e non influencer frutto di un banale e momentaneo ragionamento finanziario.

Nel mio studio ho lavorato avendo accanto una fotografia gigantesca di Jane. Non mi vergogno di dire che mi dava allegria ed energia e vederla all’Auditorium, ormai anziana e senza voce, ma con una semplicissima camicetta bianca e pantaloni neri, mi ha ricordato cos’è il fascino.

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