di Michele Lo Foco
Ogni tanto, come facevo regolarmente con i miei amici, grandi produttori, Giovanni Bertolucci e Leo Pescarolo (cui va un ricordo affettuoso) è bene cercare di capire perché un film funziona e uno no, o così così.
Non è una scienza esatta quella della valutazione dei risultati, nè esiste una metodologia da utilizzare, ma fa parte dell’aleatorietà del prodotto provare ad intuire.
Fuori strada, totalmente, in un gioco mercantile, portano alcuni articoli giornalistici: questa mattina Gloria Satta sul Messaggero, parlando del film di Moretti, scrive che “sta sbancando i botteghini”.
Ora o la Satta non conosce il termine “sbancare” o non sa cosa sono i botteghini o non riceve il “Cinetel” e va a braccio. Infatti il film di Moretti ha incassato fino ad oggi circa 3.500.000, che è un discreto risultato per un film italiano, ma infinitamente inferiore a quelli che realmente hanno “sbancato” come SuperMario (€ 20.000.000), I guardiani della galassia (cica 10.000.000) FAST X (circa 7.000.000 in quattro giorni). Senza questi titoli “monstre” le nostre sale sarebbero in fallimento.
Oltretutto, nell’ultimo Cinetel, Pupi Avati è quarto mentre Moretti quinto, a dimostrazione che il grande maestro, con il suo bellissimo film, ha un ottimo “passa parola” e viene preferito anche se non è a Cannes.
Ma Moretti è Moretti, un regista di sinistra come Bellocchio e la Rohrwacher, ed è tanto di sinistra da poter criticare la sinistra per quello che non fa e non è, rimanendo un’icona della sinistra.
A Cannes la critica internazionale, salvo quella francese ovviamente, ha descritto il film con termini gentili quale orrendo, confuso, mediocre mentre in Italia i suoi ammiratori lo hanno apprezzato perché sbrodola su se stesso come una vecchia star che non vuole invecchiare.
Moretti è un signore anziano, ormai inguardabile, circondato da adepti che lo blandiscono e da giornalisti omaggianti, che non ha più idee: questo film è la migliore espressione, la più intelligente e anche furba, della mancanza di ispirazione, della totale assenza di idee. Quando un regista smaliziato e consapevole come Moretti non sa cosa proporre, ma ha un produttore alle spalle, con la Rai, e con il tax Credit, ecco che non gli resta che fare l’esaltazione di se stesso e di ripetere quelle situazioni iconografiche che lo hanno reso famoso ai tempi di “Ecce bombo” Art. 28) e di “Palombella rossa”. In sostanza Moretti fa una centrifuga di se stesso.
Poco importa poi se l’estero rigetta il film, perché se portiamo al mercato di Cannes anche il terzo mostruoso film su Diabolik, dopo i primi due disastri commerciali, vuol dire che è tutto consentito, basta avere poi una giornalista che modifica lo stato dei fatti.
Alla proiezione di Diabolik in sala c’erano quattro persone, mentre film iraniani o di paesi lontani e complicati sono seguiti con attenzione.
“Mon Crime” attualmente nelle sale italiane, diretto dall’ottimo Ozon, che veniva da un bellissimo film erotico dal titolo “Jeune et Jolie”, dimostra che si può dirigere un film in costume, più commedia che thriller, con infinita maestria e con grande inventiva cinematografica e proporlo con successo nel mondo. La Francia ci ha surclassato da tempo.
Noi invece leggiamo che Ilenia Pastorelli ha deciso di passare alla regia: cos’è uno scherzo o ha già trovato i soliti produttori che con Rai e tax Credit, più un pizzico di contributi, hanno deciso di sostenerla? Il futuro ci riserva brutte sorprese!
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