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Immagine del redattoreEdoardo Sirignano

Pecoraro Scanio: “Cop26: il bicchiere è quasi vuoto. Le lobby del petrolio e del gas ringraziano”


Pecoraro Scanio, ha letto la bozza finale della Cop26, il vertice di Glasgow sul clima delle Nazioni Unite. Si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 del 45 per cento entro il 2030. E’ soddisfatto? "E’ evidente che non si può essere soddisfatti, quando non ci sono scadenze, che siano in qualche modo impegnative e quando mancano le modalità e l’indicazione delle tappe intermedie per arrivare ai risultati. Sono anni, anzi decenni, che prospettiamo interventi. Sicuramente la volontà di uscire dal carbone è un buon segnale, ma viviamo in un mondo ancora pieno di petrolio e di gas. Siamo in una situazione drammatica. Ogni anno registriamo un aumento del CO2 presente nell’atmosfera. Ricordo che ai Cop, a cui in passato ho partecipato anch’io, la soglia massima era fissata in 400 parti per milione. Una soglia, che abbiamo ormai abbondantemente oltrepassato e, ogni anno, stabiliamo un nuovo record. Di fronte a tutto questo, le opzioni sbandierate sono lo stoccaggio dello CO2 sotto qualche deposito sotterraneo, una soluzione molto incerta di per sé, dai costi enormi e di dubbia sicurezza. O, peggio ancora, il nucleare che, come sappiamo e abbiamo purtroppo più volte visto, è pericolosissimo, ha tempi lunghissimi, non ha risolto il problema delle scorie radioattive, non è rinnovabile e ha costi infinitamente superiori allo sviluppo dell’energia solare, dell’energia eolica e di tutte le rinnovabili, che oggi sono altamente competitive. Le rinnovabili hanno, però, un problema insormontabile per alcune lobby perché, una volta fatto l’impianto, il sole e il vento sono gratis e, quindi, non ci sono brevetti, né licenze, né diritti di estrazione. Quella, che è la grande bellezza delle energie rinnovabili, per le lobby è una iattura". Quindi, non si passa alle energie rinnovabili per colpa delle lobby? "In ogni giacimento di petrolio e di gas ci sono diritti privati, che sul sole e sul vento non ci possono essere. Se l’Italia farà impianti sufficienti di eolico e solare, non dovrà più importare né petrolio né gas. Ovviamente, chi ha costruito i gasdotti e ha i giacimenti di gas non è pensabile, che sia contentissimo. Invece, da una parte bisogna far capire che il passaggio alle rinnovabili è un dovere per scongiurare il collasso climatico del pianeta. Dall’altra bisogna aiutare i settori dei fossili a una rapida riconversione verso le rinnovabili". Per concludere, a Glasgow niente di nuovo sotto il sole? "Io tendo sempre a vedere il bicchiere un quarto pieno. A Glasgow non ne hanno forse riempito neppure un decimo. Di buono hanno detto che entro il 2030 si devono fare una serie di cose, ma, quando non dai delle scadenze, degli obiettivi, quando non dici come si sceglie la strada e non parli di risorse, è chiaro che sono…" Parole scritte sulla sabbia… "Diciamo delle speranze. Niente di più". di Antonello Sette




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