Alfredo Becchetti, segretario della Lega a Roma, si dichiara entusiasta per la discesa in campo di Luca Palamara alle prossime suppletive nel collegio uninominale di Roma Monte Mario-Primavalle, ma allo stesso tempo non si sbilancia rispetto a un eventuale sostegno della Lega e del centrodestra «su cui deciderà il tavolo nazionale della coalizione».
Si avvicinano le amministrative. Quali sono le aspettative per la Lega a Roma?
«Ci aspettiamo un risultato positivo perché non solo si sta riconoscendo sempre più la bontà dei nostri progetti politici e del programma, ma anche dei cittadini che fanno parte delle liste elettorali. Vedo che c’è una grande passione di persone perbene che si avvicinano alla Lega e questo significa che è stata superata quell’ostilità iniziale dei romani verso un partito che non è più del Nord, ma nazionale e che ha a cuore le sorti di tutta la popolazione, non soltanto di una parte. Ecco perché siamo davvero ottimisti».
Michetti ha possibilità di andare al ballottaggio?
«Certamente! Tutti i sondaggi lo attestano sul 35-36%, che non è merito solo della sua persona, ma della somma dei partiti della coalizione che compattamente lo sostengono. Siamo, quindi, non solo convinti di andare al ballottaggio, ma addirittura di vincere le elezioni. I romani hanno capito che la nostra proposta politica è migliore di quella degli altri partiti e movimenti. Il nostro, infatti, sarà un risultato positivo per il benessere della capitale».
Qualcuno, però, ritiene che il centrodestra doveva avere alla guida un profilo più conosciuto come Bertolaso. E’ d’accordo?
«Bertolaso è un profilo di assoluto livello, che non deve raccontare più a nessuno quali sono stati i suoi meriti e capacità. Le tante cose che ha fatto nel corso della sua vita parlano da sole. Basti pensare agli ospedali che ha costruito e per i quali è stato anche attaccato, pur essendosi rivelati poi fondamentali nella lotta al Covid. Detto ciò, abbiamo deciso come coalizione di puntare su un professionista con competenze specifiche, pur avendo tante persone di qualità e con questo termine non ci riferiamo solo a chi fa politica da molto tempo ma a tutti coloro, che pur essendo solo vicini al centrodestra, hanno quelle caratteristiche indispensabili per far ripartire immediatamente una macchina amministrativa, per troppo tempo ferma e ingessata. Michetti è uno di questi. Definirlo adesso sconosciuto, è davvero un gioco. Tutti lo conoscono, così come ne comprendono le sue capacità, nonché il suo buon carattere. La capitale ha bisogno prima di tutto di romani con la “r” maiuscola e il nostro candidato lo è certamente».
Le comunali in un certo senso si incrociano la politica nazionale. La battaglia che la Lega sta facendo sulla giustizia inciderà?
«Elezioni amministrative che portano al voto più di un milione di abitanti sono delle politiche, nel senso che il risultato non corrisponderà mai a quello delle consultazioni nazionali perché le persone che sono candidate influenzano molto la competizione, ma certamente avranno non poche ricadute sul Paese e sui grandi cambiamenti che sta attraversando. I sei referendum sulla giustizia, ad esempio, sono un segnale in Italia, dove non c’è più bisogno di chi parla di riforme, ma di chi le fa. Sono tanti anni che sentiamo politici che parlano della necessità di modificare le cose, senza poi far nulla. Ecco perché vogliamo dare la parola ai cittadini affinché esprimano attraverso questo strumento di democrazia diretta la volontà di cambiare la giustizia, punto focale per rendere il nostro Paese più moderno. Fare ciò vuol dire serietà, libertà e soprattutto circolazione dell’economia».
La riforma Cartabia, così com’è, basta a risolvere i tanti problemi della giustizia italiana?
«E’ una bellissima riforma perché fatta da chi possiede una grande competenza. Affronta, però, solo un pezzetto di un problema. Non risolve tutti i temi della giustizia, così come i suoi nodi organizzativi. Pur essendo state affrontate tante questioni, non è stato risolto il problema del Csm, della responsabilità civile dei magistrati, temi certamente importanti».
Cosa ne pensa della candidatura di Palamara alle suppletive?
«Sono molto contento della sua scelta. Stiamo parlando di chi ha aperto il vaso di Pandora sui temi della giustizia, di chi pur avendo contribuito a questo disastro, ha avuto il coraggio, con un senso di grande civiltà, di rivelare tutte quelle cose che non funzionavano. Oggi si pone come un candidato possibile al Parlamento per portare avanti le sue idee e la sua denuncia verso qualcosa che così come è non va. Pur non essendo un candidato dei partiti, gli auguro il meglio possibile perché stiamo parlando di una persona che ha ancora tanto da dire rispetto a un tema che tocca tutti gli italiani».
La Lega è disponibile a sostenerlo, pur avendo l’ex togato scelto la strada del civismo?
«Mi sembra prematuro effettuare valutazioni. Stiamo parlando di scelte che riguardano la coalizione e non un singolo partito. Il tavolo nazionale del centrodestra sceglierà chi sarà il candidato delle suppletive. La spinta che ha dato Palamara, però, certamente impone una velocizzazione».
Di Edoardo Sirignano
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