“A parte l’attentato realizzato in forme inusitate seguendo la stessa tecnica volutamente eclatante adottata contro Falcone, rimane aperta la questione fondamentale su cui insiste giustamente la figlia Fiammetta Borsellino sull’incredibile depistaggio effettuato nel corso del procedimento che aveva per oggetto l’assassinio di Borsellino. Ora quel depistaggio fu compreso tempestivamente da alcuni magistrati come Ilda Biccassini e invece non fu capito da Di Matteo. Ma il punto fondamentale e’ che il protagonista di quel depistaggio fu La Barbera, che poi ritroveremo nel g8 come Missus dominicus del capo della polizia De Gennaro.
A parte tutte le ricostruzioni ideologiche dietrologiche rimane fermo un interrogativo assai netto: chi diede a La Barbera l’indicazione di operare quel depistaggio ? Certo e’ che subito dopo l’assassinio di Borsellino e della sua scorta l’ineffabile Procura di Palermo insabbio’ l’indagine su mafia-appalti che era stata costruita dal ros di Mori e di De Donno. In una delle recenti trasmissioni televisive Di pietro ha raccontato che prima Borsellino, e poi De Donno si rivolsero a lui perché facesse indagini sugli industriali del nord connessi con la mafia per gli appalti. “Ci sia una mano perché con la procura di Palermo non stiamo cavando un ragno da un buco.
Ha riferito Di Pietro del colloquio avuto con De Donno. L’interlocuzione con Di Pietro sia di Borsellino sia di De Donno smontano le versioni sulla trattativa Stato mafia condotta dal Ros, che aveva preparato per i magistrati dei materiali di straordinaria gravità per le indagini da condurre successivamente. La strage di Via D’Amelio oltre alla vita di Borsellino e della scorta ha anche spazzato via quelle indagini. Su chi ha guidato La Barbera per il depistaggio e su cui ha archiviato l’indagine mafia-capitale dovrebbe concentrarsi l’attenzione che invece e’ deviata per perseguitare chi ha portato all’arresto di Totò Riina”
Di Fabrizio Cicchitto
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