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UN CENTRO MOLTO SPERIMENTALE

stefano19851

di Michele Lo Foco

Leggere i commenti di Boris Sollazzo che insinua che al centro sperimentale di cinematografia è in atto un golpe, e che l’attuale classe politica di destra sta assediando il nostro cinema, costringe, dopo aver smesso di ridere, a spolverare la memoria dell’organizzatore festivaliero per ricordargli che quel grazioso Ente nel quale sono transitati i grandi maestri della cinematografia nazionale è stato affidato dal golpista (lui si) Francheschini ad una giovane produttrice il cui nome Pupi Avati ha trovato su internet, ed altre tre signore di non eccelsa esperienza editoriale che hanno messo nel loro medagliere, in particolare, l’acquisto del cinema Fiamma, per una cifra che era la metà del patrimonio dell’Ente.

E se da qualche parte si accenna all’inserimento di questa iniziativa nel Purr, basti pensare che altri tre milioni di Euro sono destinati al restauro di una sala che una delle società del gruppo Berlusconi chiuse per manifesta inutilità reddituale. Infatti il Fiamma non ha nessuna possibilità di parcheggio salvo che qualcuno non prenoti, per andare al cinema, una stanza al Grand Hotel per mille euro. Questo inoltre preclude l’illusione di “convivialità” accennata nelle motivazioni strumentali dell’acquisto.

Ma il consulente di casting del Grande Fratello Boris Sollazzo insinua che mentre gli attuali dirigenti hanno compiuto un ottimo lavoro, i futuri dirigenti eventualmente nominati dal Governo non saranno in grado di mantenere l’alto standard culturale attualmente in atto.

Da dove deduca tutto questo è difficile comprenderlo, se non nell’ambito di una strenua difesa dell’occupazione totale dei posti effettuata da Franceschini, che ha portato il cinema italiano a scomparire dall’ambito europeo per fare spazio ai potentati stranieri.

Per presiedere il CSC non basta essere raccomandati o amici di qualcuno, occorre quell’autorevolezza che viene solo dalla cultura e all’esperienza in quanto la memoria storica del cinema e la creazione di una nuova generazione di professionisti non sono argomenti di cui possono discutere pivellini o signorine ambizione, ma devono essere elaborati da chi ha metabolizzato profondamente le materie ed è in grado di dominarle.

Pertanto quello che il settore si augura stia avvenendo non è un golpe ma un atto di rispetto verso le istituzioni cinematografiche più antiche.

 
 
 

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